Ideale prolungamento della val Bisagno verso la pianura del Piacentino, l’alta val Trebbia è rimasta isolata dai grandi flussi turistici per l’inadeguatezza della viabilità, ostacolata dai crinali ripidi e boscosi, tipici della montagna ligure, e dal sinuoso corso del Trebbia che, dopo Montebruno, offre ai canoisti spericolate discese tra pittoreschi meandri. L’Antola, la “montagna dei genovesi”, impreziosita da spettacolari fioriture di arnica e maggiociondolo, è il punto culminante dello spartiacque occidentale che dal monte Prela (1406 m) al monte Carmo (1640 m) offre splendidi spunti panoramici sul lago del Brugneto, Gorreto e altre località di fondovalle. Seppure il crinale ad ovest sia quello più frequentato dall’escursionismo “di famiglia”, quello orientale, meno pronunciato - la cima maggiore è il monte Oramala (1522 m) - è interessato da 2 tappe dell’Alta Via dei Monti Liguri, comprese tra il passo della Scoffera, la sella della Giassina e Barbagelata. I turisti, oltre al contesto ambientale, saranno attratti inevitabilmente dalle timide tracce della civiltà contadina: cascine, seccherecci, carbonaie e mulini sopravvivono ancora oggi in località con un forte spirito di aggregazione come Propata, Fascia e Rondanina. Quest’ultimo è il più piccolo paese della Liguria capoluogo di comune e vi sorge un’antica chiesa romanica devota a San Nicola. Rovegno, designata dai monaci di San Colombano per diffondere il seme religioso del Cristianesimo, nel basso Medioevo divenne sede della Pieve della val Trebbia; da non perdere quindi la chiesa parrocchiale dove si ammira una pregevole Via Crucis del pittore Gallizzi. Altri paesi come Fontanigorda e Torriglia, seppure trasformati in centri per la villeggiatura, lo hanno fatto con garbo e nel rispetto del loro passato. Casa del Romano è invece un importante crocevia posto sulla linea di valico, ideale punto di partenza per itinerari diretti al monte Antola e al monte Carmo.
Testo e Foto © Enrico Bottino