Dai contrafforti delle Alpi Liguri, all’estremo lembo occidentale della Liguria, si staccano ripidi declivi che, man mano che scendono al mare, evolvono in morbide colline. In meno di 40 chilometri il torrente Argentina incontra un paesaggio estremamente mutevole: dai larici ai pini, dai faggi ai castagni, fino alla chioma argentea degli ulivi prossima alle aggraziate residenze sul mare. Situazioni climatiche ed ambientali particolari consentono l’affermarsi di connubi inusitati tra specie botaniche che normalmente colonizzano siti geologici ed habitat diversi; ad esempio nelle crepe calcaree del monte Pietravecchia non è raro stupefarsi per la coesistenza del timo, pianta tipicamente mediterranea, e della Saxifraga oppositifolia, specie che si spinge al nord, fino all’83° parallelo. Inoltre la valle Argentina offre luoghi ricchi di cultura e di storia come Realdo e Verdeggia , paesi montani custodi della civiltà brigasca, riconducibile alla transumanza e alla migrazione stagionale; oppure Triora , antico borgo medievale dove nel 1588 donne innocenti vennero condannate al rogo per stregoneria. Carpasio e Castellaro sono chiari esempi di architettura ligure montana, con muri in pietra a vista e tetti in ardesia; Montalto Ligure vanta affreschi trecenteschi fra i più antichi del Ponente Ligure, custoditi nella chiesa romanica di San Giorgio, del XI secolo; vetusta è anche la torre di avvistamento del centro agricolo di Terzorio che comunicava con quella di Pompeiana, cittadina di chiara origine romana. Nominiamo infine Taggia e Badalucco con i rinomati fagioli secchi, detti “Rundin” e “Mungette”.
Testo e Foto © Enrico Bottino