L’alta valle Arroscia ha un andamento parallelo al litorale imperiese e resta chiusa ad occidente da una dorsale di monti che segna la linea spartiacque con la valle Argentina. In un territorio prettamente montano emergono splendide faggete pure come quella posta sul versante nord della dorsale che dal monte Monega (1881 m) si estende al passo della Mezzaluna (1454 m) e al passo di Teglia (1387 m); esemplari maestosi sussistono nella parte centrale e settentrionale del bosco di Rezzo. Dalle praterie d’alta quota prendono origine sapidi e profumatissimi formaggi: a Pornassio e nelle sue frazioni è ancora possibile assistere alla preparazione artigianale del brussü. Nell’area compresa tra Montegrosso Pian Latte, Cosio e Mendatica viene invece prodotto l’Ormeasco Pornassio, un vino rosso le cui vigne si spingono fino ad 800 metri di altitudine, apprezzato per il sapore asciutto, sapido, con retrogusto leggermente amarognolo. Scendendo di quota, verso la piana alluvionale di Albenga, prendono il sopravvento i castagneti sui versanti settentrionali e gli uliveti e vigneti su quelli a solatio. Sotto l’aspetto artistico bisogna sottolineare l’importanza dei cicli pittorici e dei numerosi rilievi in pietra delle tante chiese e cappelle della valle; da non perdere la ricercatezza scultorea delle splendide Annunciazioni sui portali dell’antico Ospitale di S.Lazzaro a Pieve di Teco, della parrocchiale di Montegrosso Pian Latte, della chiesa di Santa Margherita a Mendatica, di San Pantaleo a Ranzo, di San Giovanni del Groppo a Molini di Prelà, di Sant’Anna a Vasia e le ardesie decorate della parrocchiale di Pornassio e di Cénova. Un’arte quella dei lapicidi che si riscontra anche nelle modeste abitazioni private di Cénova, di Ponti di Pornassio e di tutti gli altri borghi della valle Arroscia.
Testo e Foto © Enrico Bottino