Al di là dello spartiacque appenninico la valle Scrivia appare come l’ideale prolungamento delle valli Polcevera e Bisagno. Scoperta dai romani come raccordo naturale tra la costa e la pianura padana, nel 197 a.C. era interessata dal passaggio della via Postumia che raggiungeva Aquilea attraverso il crinale di levante che separa la valle Scrivia dalla val Lemme. Ponti vetusti, marenche, strade napoleoniche, sono il segno evidente di antiche percorrenze; tutt’oggi i vecchi della val Brevenna ricordano gli anni in cui migravano stagionalmente in Piemonte e Lombardia, seguendo la direttrice del monte Antola. Per la sua posizione geografica la valle Scrivia fu sempre contesa tra la Repubblica di Genova, il Sacro Romano Impero e le famiglie feudali degli Spinola, dei Fieschi e dei Doria. A difesa dei loro domini non esitarono ad erigere manieri come il castello di Borgo Fornari e il duecentesco castello di Savignone (da vedere l’Ospedale settecentesco, la parrocchiale di S.Pietro costruita sulle fondamenta di un’antica abbazia, la sezione Archeologica del museo Storico Alta valle Scrivia). Il castello di Montoggio fu invece distrutto dai genovesi per il tragico epilogo della “congiura dei Fieschi”. Il paese, insieme a Casella e Crocefieschi, è un importante centro di villeggiatura estivo e perla artistica dell'Appennino ligure: custodisce infatti, all’interno della chiesa parrocchiale, una preziosa raccolta di quadri di scuola genovese. I due capisaldi economici della valle Scrivia sono invece Ronco Scrivia e Busalla, dove a villa Borzino, in un palazzo in stile neoclassico circondato da un ampio parco collinare, si trova la sede del Parco Regionale dell’Antola.
Testo e Foto © Enrico Bottino